Malattia, disturbo, disagio e problema psichico
E' importante fare chiarezza nell'utilizzo della terminologia in campo medico, psichiatrico e psicologico perchè sempre in evoluzione e soggetta a cambiamenti determinati dallo sviluppo della società, della cultura e del modo di pensare e vedere le cose.
E' ritenuto offensivo e stigmatizzante definire una persona un malato di mente per cui si preferisce il termine disturbo mentale o psichico, sebbene entrambi indichino una condizione psicopatologica caratterizzata da segni e sintomi standardizzati, definiti in diagnosi e descritti in manuali come il DSM (Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali).
Disagi e problemi psichici individuano, in maniera più ampia, malesseri psicologici e condizioni mentali di non piena salute ed includono, per il disagio e le problematiche che provocano, gli stessi disturbi e malattie mentali.
Il termine "malattia", dal lat. male habitus, "aspetto, stare sfavorevolmente", indica un'alterazione morfologica o funzionale di una o più parti del corpo o dell'intero organismo e sottende l'idea di uno stato di salute e di normalità misurabile con parametri oggettivi.
Il termine "patologia", dal lat. Pathos-logos, "discorso sulla sofferenza, passione, compassione", indica sia la disciplina medica che studia le malattie umane e animali, che la condizione di malattia stessa, di sofferenza dell'organismo; è considerata una condizione psicopatologia, quella alterata da una malattia/disturbo.
Il termine "disturbo", dal lat. disturbare, "disperdere, scompigliare" indica un intralcio al normale svolgimento di qualcosa, il turbamento di un ordine, di una quiete e sottende l'idea di una condizione di normalità e nel caso di disturbo mentale, di salute.
Un disturbo/malattia mentale nel DSM viene definito come "una sindrome1 caratterizzata da sintomi di rilevanza clinica nel sistema cognitivo, nella regolazione emozionale, o nel comportamento di un soggetto che riflettano una disfunzione nei processi psicologici, biologici ed evolutivi sottostanti il funzionamento mentale. I disturbi mentali sono di solito associati a un significativo stato di sofferenza soggettiva o di disabilità nelle attività sociali, occupazionali e altre importanti".
I disturbi/malattie mentali possono essere di diverse specie e gravità hanno una sintomatologia che può variare per intensità e durata e sono classificati in base a modelli dimensionali o categoriali, come quello del DSM-V; possono manifestarsi in tutte le persone di qualsiasi età, sesso, cultura, razza, religione grado di istruzione e livello economico.
L'idea di normalità implicita nelle definizioni di disturbo e malattia è variata nel corso del tempo fino ad arrivare oggi a corrispondere ad un concetto molto complesso e di difficile inquadramento. La normalità psichica è salute mentale.
Per tanti anni ci si è riferiti al modello "Biomedico" che considerava il corpo come una macchina, che curava qualsiasi danno con la chirurgia o i farmaci e che spiegava la malattia come una deviazione dalla norma di variabili biologiche misurabili. Dagli anni '80 si è sviluppato un nuovo approccio alla persona che fa riferimento al modello "Bio-psico-sociale" e mira al superamento di aspetti impliciti del modello biomedico quali il dualismo mente-corpo, il rilevamento di variabili biologiche esplicative, l'individuazione di singole cause per l'insorgenza di una malattia.
Il modello "Bio-psico-sociale" considera determinanti per l'insorgenza di una malattia/disturbo mentale, di un disagio e di problema psichico i seguenti aspetti: aspetti "bio", biologici (fattori genetici e biologici); aspetti "psi", psicologici (dimensioni psicologiche, emozionali e spirituali); aspetti "sociali" (famiglia, comunità, cultura, status socio-economico e accesso alle cure sanitarie). Questi fattori sono tra loro interagenti nell'eziologia di un disturbo mentale e sono in grado di influenzare l'evoluzione della malattia.
La "normalità", da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, tiene conto di questo modello e definisce la salute come «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la semplice assenza di malattia o di infermità». Non può esserci salute se non vi è salute mentale.
Il cambiamento di paradigma di questa indicazione è rivoluzionario poichè l'interesse non è più volto alla malattia e al male, ma alla salute ed al benessere individuale delle persone e la cura è volta al miglioramento delle condizioni di vita anche in situazioni di patologie invalidanti e degenerative.
Il Ministero della Salute chiarisce che: "Con l'espressione salute mentale si fa riferimento ad uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni".
Si stima che milioni di persone in tutto il mondo siano affette da disturbi mentali e che una persona su quattro nel corso della sua vita avrà problemi psichici. In Italia circa un terzo della popolazione soffre di diverse forme di disagio psichico, da lievi a gravi, ma solo 1 su tre si rivolge ad un professionista (anche non specifico come il medico di medicina generale) per chiedere aiuto e assistenza e solo l'1,33% degli italiani lo fa presso il servizio sanitario pubblico (Rapporto 2015 tramite SISM)
Il fenomeno, come sottolinea l'OMS, è legato al fatto che i disturbi mentali vengono tenuti nascosti, sottovalutati e visti con sospetto da chi ne soffre e dalla società, poichè è presente la paura di incorrere nel pregiudizio e nello stigma, ma non solo! Dalla mia esperienza sono molto determinanti altri aspetti, quali:
- La non consapevolezza di soffrire di un disturbo o disagio psicologico
- La mancanza di conoscenza sul fatto che il disturbo o disagio possa essere affrontato e curato
- La confusione sui percorsi di benessere e cura e sui professionisti che se ne occupano
- Il costo economico delle cure che viene percepito elevato
- La mancanza di informazione sulla malattia/disturbo mentale e il disagio psicologico
- La carenza di servizi (primo tra tutti la psicoterapia) nel servizio pubblico
- L'assenza di collegamento tra servizio pubblico e i professionisti privati