Adolescenza
Crescere: essere adolescenti e giovani adulti
I termini "adolescente" e "adulto" derivano dalla stessa radice latina adolescere composto di "ad" e "alere" che significa "nutrire, alimentare": adolescens è il participio presente per cui rappresenta colui che si sta nutrendo e adultus, essendo il participio passato, indica invece colui che si è nutrito. L' adolescenza è un età di transizione tra l'infanzia e l'età adulta caratterizzata da profondi cambiamenti fisiologici e psicologici che determinano la maturazione sessuale e che tradizionalmente viene compresa tra gli 11/12 e i 18/19 anni.
Si possono individuare, per specifiche caratteristiche o compiti evolutivi, più periodi o sottofasi dell'adolescenza, come quello della preadolescenza o della pubertà, e prolungare anche di diversi anni la fine dell'adolescenza arrivando ai 28-30 o anche ai 40 anni, se appunto, per adolescenza, si vuole etimologicamente intendere il continuare a nutrirsi e non sentirsi sufficientemente alimentati e cresciuti. Se da un parte la dimensione soggettiva, il sentirsi, ovvero, ancora "un ragazzino/a", è di grande importanza nel determinare il passaggio all'età adulta, non stabilisce certamente quando non è più socialmente accettabile comportarsi da adolescenti.
Anche se la nostra società non utilizza, come in altre culture, riti di passaggio all'età adulta, da un punto di vista giuridico, la legge italiana stabilisce con il compimento dei 18 anni la maggiore età, che comporta la cessazione della responsabilità genitoriale (prima del 2013 ci si riferiva alla podestà genitoriale), la capacità di agire (per cui si acquista la capacità di compiere tutti gli atti per i quali non sia stabilita un'età diversa, art. 2 c.c.) e il dovere di rispondere giuridicamente delle proprie azioni.
La psicologia ha teorizzato lo sviluppo psicosessuale dell'uomo dividendolo in fasi o tappe ed ha individuato per l'adolescente e il giovane adulto specifici compiti di sviluppo:
- integrare le varie identificazioni e ruoli che ci si porta dall'infanzia per formare un'identità più completa che corrisponda ai nuovi bisogni, abilità e mete, e che consenta di occupare un proprio spazio nella società
- consolidare e armonizzare l'immagine di sè e del proprio corpo
- sviluppare una sessualità matura e stabilire rapporti intimi con altre persone
- raggiungere autonomia ed indipendenza
- emanciparsi dalla famiglia di origine
- appartenere a gruppi, istituzioni e società della vita adulta
- raggiungere senso di responsabilità e di dovere.
In psicoterapia si lavora con l'adolescente e il giovane adulto su questi principali aspetti, sulla risoluzione dei conflitti e delle crisi di sviluppo; non occorre avere un disturbo mentale o particolari situazioni psicologiche come quella che viene chiamata sindrome di Peter Pan per rivolgersi ad un professionista e poter affrontare situazioni problematiche e migliorare la propria salute.