Folle, pazzo e matto
Poeti, scrittori e musicisti, meglio di qualunque psicologo o medico, sanno scrivere di follia: tratteggiano personaggi pazzi nei modi di fare, di comportarsi e di esprimersi, ce li fanno vedere, sentire e amare e ci aiutano per questo a riflettere su noi stessi e la condizione umana.
"Folle" deriva dal tardo lat. follis ‘pallone o sacco pieno d'aria’, come simbolo di testa vuota; "matto" e "pazzo" non hanno invece una eziologia certa, anche se "matto" sembra riconducibile al termine tardo lat. matus "umido, ubriaco"; tutti e tre queste parole in riferimento ad una persona hanno svariati utilizzi nel linguaggio comune e indicano aspetti che si possono dividere in:
- Positivi: allegra, rumorosa, spensierata, amante dello scherzo; profetica, divina,generatrice, passionale; geniale, creativa; anticonformista, ribelle, rivoluzionaria, oppositiva verso il pensiero dominante.
- Negativi: insana, stupida, stolta, malata, patologica, con un generico stato di alienazione mentale, che è fuori di sè, sregolata, che ha perso la ragione,che è imprevedibile,che ha poco senno e fa cose rischiose, sconvenienti, bizzarre e stravaganti, che è stupida e stolta.
Il fondamentale concetto sotteso all'utilizzo di questi termini è quello di diversità, di deviazione dalla norma, di fuoriuscita da uno schema che può appunto avere caratteristiche negative, ma anche positive.
La normalità oggi, in ambito medico e psicologico, corrisponde al concetto di salute, così come definita dall'OMS, e termini come "folle", "pazzo" e "matto" non vengono più utilizzati perchè troppo generici, indefiniti mentre rimangono diffusi in ambito letterario e artistico con diversi significati.
Per indicare aspetti psicopatologici si preferiscono termini come "malattia" e "disturbo" mentale seguito dall'nome specifico del disturbo descritto nella nosografia ufficiale contenuta nei manuali, per es. il DSM (Manuale diagnostico e Statistico dei disturbi mentali).
Al lettore lascio l'ultima parola per riflettere sull'utilizzo che viene fatto di queste espressioni, se siano offensive e stigmatizzanti o se abbiano anche altri significati.
Di seguito alcuni celebri aforismi:
- Tutti siamo costretti, per rendere sopportabile la realtà, a tenere viva in noi qualche piccola follia. Marcel Proust
- Gli uomini sono così necessariamente pazzi, che il non essere pazzo equivarrebbe ad essere soggetto a un altro genere di pazzia. Blaise Pascal
- Siate affamati! Siate folli! Steve Jobs
- La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi. Albert Einstein